Ogni anno viene rilasciato un rapporto da Dimension Data e quest’anno rivela che il monitoraggio remoto riduce il tempo necessario per risolvere i problemi ai dispositivi di rete difettosi di un considerevole 75 per cento. 

Di conseguenza, ci vuole molto meno tempo per riparare tali dispositivi rispetto a quelli non gestiti in questo modo. Inoltre, la ricerca di quest’anno mostra ancora una forte correlazione tra i guasti causati da dispositivi e la loro anzianità di esercizio.

Sempre secondo il Rapporto, i dispositivi in rete continuano a crescere per il quinto anno consecutivo, e hanno raggiunto il 53 per cento degli oltre 70.000 dispositivi tecnologici che sono stati analizzati.

C’è stato anche un lieve calo della percentuale di dispositivi obsoleti – dal 11 al 9 %, mentre la percentuale di dispositivi in invecchiamento sta crescendo.

La percentuale dei dispositivi attualmente monitorati da remoto, purtroppo rimane ancora minima rispetto a tre anni fa.

La ricerca ha esaminato le reti aziendali in aziende di ogni dimensione e di tutti i settori industriali in 28 paesi.

Tendenzialmente le aziende non intervengo sull’aggiornamento dei dispositivi fino a che non viene superata la tolleranza di rottura del 10% e quindi l’intervento delle aziende sulla sostituzione dei dispositivi avviene quando il supporto del fornitore ormai non più disponibile.

Sulla base di questa esperienza, si può facilmente dedurre che il 90% del mercato è fatto di dispositivi  organizzazioni aziendali al primo o al massimo al secondo ciclo di meccanizzazione.

Questo livello di maturità del mercato è caratterizzato dalla mancanza dell’adozione di processi standard, a ruoli di responsabilità ancora non ben definiti per il personale IT e ad una conseguente estensione dei tempi di inattività in caso di fermo macchina. Aggiungiamo a tutto questo anche  l’aggravante che il 30% degli incidenti tecnologici accade ancora per errore umano.

I sistemi di Monitoraggio remoto, supportano i processi di manutenzione e consentono una gestione dell’invecchiamento dei dispositivi in rete. Consentono la  visibilità sullo stato del ciclo di vita di tutti i dispositivi, il loro profilo di rischio in funzione della criticità per l’infrastruttura, e la gestione proattiva di tale rischio. 

Ma le notizie del rapporto non sono tutte negative. Le aziende dimostrano estremo interesse alla gestione remota.

C’è stato un miglioramento dello stato di sicurezza delle reti: la percentuale di dispositivi vulnerabili  è scesa al 60 per cento dal 74 per cento dello scorso anno. Tale variazione è naturale conseguenza della sostituzione degli apparati vulnerabili da parte delle aziende.

Il primo investimento viene fatto su apparecchi invecchiati e vulnerabili.

L’espansione delle reti wireless continua ininterrotta e si prepara anche all’evoluzione “dell’internet delle cose” (IOT).Questo ruolo strategico che occuperà nella gestione SMART delle aziende, fa davvero pensare a mettere in salvaguardia le reti a ad adottare strumenti di REMOTE Management.

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